Un vademecum con tutto ciò che c’è da sapere per chi sceglie il riscaldamento a pavimento e non vuole rinunciare al parquet
Quella tra parquet e sistemi radianti è una convivenza possibile ma solo se si osservano pochi e semplici accorgimenti che permettono di dotare gli edifici e gli appartamenti del riscaldamento a pavimento, senza però dover rinunciare all’eleganza del parquet. Il riscaldamento a pavimento è costituito da una serie di tubazioni a serpentina o resistenze elettriche che vengono poste sotto il pavimento. Questo sistema di impianto di riscaldamento irradia calore dal basso verso l’alto in modo da riscaldare l’ambiente della casa in maniera uniforme.
Il riscaldamento a pavimento è uno dei sistemi più utilizzati nella realizzazione di ambienti abitativi, sia perché consente di evitare l’ingombro dei caloriferi sia perché permette un maggior risparmio energetico. Non di rado però, sorgono dubbi riguardo alla possibilità di utilizzare il riscaldamento radiante in coppia con il legno, in quanto quest’ultimo viene considerato un materiale troppo isolante per permettere una buona conduzione del calore.
Ecco perciò un pratico vademecum che risponde alle più comuni ed importanti domande su come muoversi per combinare sistemi radianti e pavimento in legno.
Come intervenire sul massetto dopo la posa
Per capire quale tipologia di posa per il parquet utilizzare sui sistemi radianti si dovrà fare riferimento alle indicazioni dei produttori di sistemi radianti per valutare se la posa più indicata sia quella incollata o quella flottante. Vediamo adesso invece quali sono le azioni da eseguire sul massetto subito dopo la sua posa. Occorre accendere il riscaldamento tre settimane prima della posa per consentire la stabilizzazione del massetto su cui verrà posato il parquet. In questo lasso di tempo l’impianto deve essere riscaldato in modo graduale aumentando la temperatura di circa 10°C al giorno fino al raggiungimento della temperatura massima consentita (tra i 30 e i 35°C). La temperatura deve essere mantenuta per circa dieci giorni, al fine di far uscire l’umidità residua dal massetto. La terza fase, poi, prevede il raffreddamento graduale del pavimento nel giro di tre giorni fino allo spegnimento dell’impianto. Il parquet potrà essere posato dopo altri cinque giorni, necessari per la stabilizzazione del massetto.
Umidità residua del massetto prima della posa della pavimentazione
Un’altra questione di fondamentale importanza è stabilire quale debba essere l’umidità residua del massetto con impianto di riscaldamento radiante prima della posa della pavimentazione. Non esiste una risposta univoca a questa domanda in quanto l’umidità dipende dalla tipologia di massetto che va misurata con l’igrometro al carburo: 1.7% per massetti cementizi, 0.2% per massetti di anidrite.
Temperatura superficiale limite consigliata per rivestimenti superficiali in legno abbinati a sistemi radianti
I limiti di temperatura superficiale di pavimento sono 29° C in riscaldamento (limite superiore) e 19° C in raffrescamento (limite inferiore). Tali valori possono essere derogati per i bagni e per le zone perimetrali. Si ricorda inoltre che per garantire il mantenimento di un sufficiente equilibrio del contenuto di umidità del legno, è particolarmente importante mantenere un’adeguata umidità relativa dell’aria, pari al 45-60%. Per limitare la formazione di fessurazioni del parquet, è opportuno inoltre evitare di coprire i pavimenti con tappeti o altri materiali isolanti termici.
Infine rispondiamo alla domanda, forse, più importante, ovvero quali sono le tipologie di pavimentazione in legno consigliate per sistemi radianti?
Le specie legnose consigliare per i sistemi radianti sono quelli con elevata stabilità dimensionale ovvero, per esempio, il doussiè, l’iroko, il merbau, il teak Asia e il rovere. Si tratta di specie legnose stabili, meno soggette alla dilatazione termica, in modo da limitare l’ampiezza delle fessurazioni che nel tempo si potranno formare. Si sconsiglia invece l’uso di specie legnose quali acero, faggio, larice siberiano senza nodi, wengè e cabreuva.
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