Caldo, affascinante e versatile il parquet dona agli ambienti carattere ed eleganza. Il pavimento a parquet è infatti in grado di rendere ogni spazio accogliente e intimo. Adatto a qualsiasi ambiente della casa, anche la cucina e il bagno, il pavimento di legno non passa mai di moda ed è sempre più gettonato. In genere il parquet viene scelto per il suo valore estetico ma i vantaggi che offre sono tanti: buon isolamento termico, fonoassorbenza e resistenza. Optare per il parquet in casa però non è semplice. Per fare la migliore scelta è necessario essere in possesso di una serie di preziose informazioni. Quando si parla di parquet la prima cosa da sapere è infatti che ne esistono molte tipologie che si differenziano tra loro per vari aspetti quali essenza, formato, finitura e tipologia di posa.
Di seguito vedremo come orientarsi nella scelta tra le moltissime tipologie di pavimento in legno in commercio in quanto alcuni legni hanno caratteristiche che li rendono consigliabili per determinati ambienti e sconsigliabili per altri. Per arrivare ad una scelta ben ponderata bisognerà inoltre tenere conto anche delle dimensioni del locale da pavimentare, della destinazione d’uso e della frequentazione oltre che dell’illuminazione.
Informazioni generali sul parquet
Tipologie di pavimenti di legno
Quando si parla di pavimenti in vero legno le tipologie tra cui scegliere sono solo due: il massello e il prefinito. Una terza opzione può essere rappresentata dal pavimento laminato costituito da fibre di legno impastate con resine su cui viene incollato un foglio di materiale plastico che riproduce venature e tonalità del legno. Il laminato rappresenta una soluzione accattivante ed economica ma certamente non paragonabile al pregio del parquet.
Pavimento in legno massello: È il più pregiato e disponibile in tutte le specie legnose. È conosciuto anche come parquet “tradizionale” in quanto è composto da tavole costituite da legno nobile in tutto il loro spessore che solitamente va dai 10 ai 22 mm. Le tavole grezze devono essere portate nell’ambiente di posa e lasciate acclimatare per alcuni giorni, in modo da stabilizzarsi con le condizioni di temperatura e umidità presenti nell’ambiente. Generalmente per il massello sono previsti lunghi tempi di posa a cui conseguono maggiori costi di manodopera. Dopo la posa si procede con la levigatura per eliminare i dislivelli tra una tavola e l’altra. Il pavimento in legno massello può essere levigato infinite volte per riportarlo alla bellezza iniziale e non risulterà mai usurato. Il pavimento in legno massello è poco compatibile con il riscaldamento a pavimento per via della sua reazione all’umidità e quindi sconsigliato in ambienti come bagno o cucina a meno che non si adottino particolari accorgimenti per minimizzare l’inconveniente.
Pavimento prefinito: Nell’aspetto esteriore il pavimento prefinito richiama il massello ma in realtà le tavole che lo compongono sono costituite da strati, anziché essere in un solo pezzo. Il parquet in multistrato può essere a due o tre strati. Il primo ha uno strato superiore in legno nobile incollato su un supporto in legno. Il parquet a tre strati invece è formato da un supporto centrale in legno o a base di legno, una parte superiore in legno nobile di almeno 2,5 mm e una inferiore in legno massello detta anche di “controbilanciatura”. Il pavimento prefinito risulta idoneo a riscaldamento a pavimento ed è anche adatto ad ambienti come bagno e cucina. Rispetto al massello, il prefinito prevede posa economica e rapidità di montaggio ma d’altra parte lo strato nobile ha uno spessore di 4-5 mm e quindi può essere levigato poche volte e ciò riduce la sua durata a 40-60 anni.
La qualità della venatura
In base alle caratteristiche degli elementi in legno che compongono il parquet vengono previste tre classi, ciascuna contraddistinta da un simbolo: il pallino per la qualità migliore, il triangolo per quella intermedia e il quadrato per quella meno pregiata in assoluto.
Rigatino: È la classe più elevata con il legno a fibra dritta e senza differenze di tonalità tra le assi (fiammature).
Prima scelta: Simile al rigatino, la superficie del parquet di prima scelta si presenta con fibre parallele e con qualche elemento fiammato.
Seconda scelta: In questo parquet, contrassegnato dal triangolo, le assi fiammate sono in quantità maggiore e alcune presentano nodi.
Nodino: Caratterizzato da legno in fibra dritta o piatta, fiammature piuttosto marcate e tavole con nodi di piccolo diametro.
Formati
Nella scelta del formato è fondamentale tenere conto dell’ambiente in cui verrà installato il parquet in termini di superficie, geometria e disposizione delle finestre. Prima dell’acquisto si può chiedere di avere in prestito alcuni pezzi nel formato che si pensa di scegliere e simulare una posa sul posto. Ma vediamo i principali formati che si possono trovare in commercio:
Lamparquet: Tavolette a profilo costante spesse 9-11 mm, larghe 40-65 mm e lunghe 190-350 mm, sagomate con i fianchi un poco inclinati.
Listoncino: Elementi a profilo costante o con incastri; spessore 9-14 mm, larghezza 60-75 mm, lunghezza 350-600 mm.
Listone: Elementi con incastro maschio-femmina; spessore 14-22 mm, larghezza 70-110 mm, lunghezza 350-1300 mm.
Quadrotte: Di varie dimensioni, composte da elementi preincollati a formare disegni di diverso tipo, lineari o elaborati.
Tecniche di posa
Per la posa del pavimento in legno esistono tre diverse tecniche: incollata, flottante e inchiodata. Ciascuna tecnica presenta sia vantaggi che svantaggi e la scelta di quella più adatta è relativa alla struttura e allo spessore del parquet, al tipo di legno, al sottofondo e alla destinazione d’uso.
Posa incollata: Si tratta di una posa che prevede l’utilizzo di una colla specifica, mono o bicomponente, poliuretanica o vinilica, da stendere sul pavimento con una manara dentata, che uniforma lo strato di collante. Questo tipo di posa si usa per parquet in legno massello o per prefiniti superiori a 10 mm di spessore. La posa incollata è particolarmente adatta in bagno e in cucina in quanto lo strato di colla impedisce che eventuali cadute d’acqua possano infiltrarsi tra le doghe.
Posa flottante: Questa posa è prevista solo per i parquet prefiniti, il montaggio è rapido e senza tempi di stabilizzazione così che il parquet risulta immediatamente calpestabile. La tecnica di posa flottante prevede che le doghe siano svincolate dal sottofondo e possano essere recuperate e nuovamente installate in un altro ambiente. Le doghe devono essere isolate dal sottofondo con un tappetino spesso circa 2mm, con un telo di nylon o con polietilene a cellule chiuse per limitare la risalita di umidità.
Posa inchiodata: Tecnica di posa utile quando il sottofondo non è perfettamente piano. È una tecnica utilizzata solo per doghe di legno massello spesse almeno 18 mm che hanno necessità di un’intelaiatura sottostante di listelli (magatelli). Le doghe si fissano ai magatelli con chiodi inseriti a 45°e incassati nelle assi con un punteruolo.
Posa per riscaldamento a pavimento:
Vediamo infine come procedere con la posa su massetti riscaldati. Sia la posa incollata sia quella flottante sono compatibili con il riscaldamento a pavimento. Per l’incollaggio bisogna scegliere adesivi che non rilascino sostante nocive nell’ambiente e che mantengano elasticità nel tempo. Per ottenere una posa senza sorprese occorre scegliere essenze adatte, seguire alcune precauzioni e non avere fretta. L’interasse tra i tubi stesi a terra non deve superare i 100 mm e il riscaldamento deve essere mandato a regime in modo graduale. Si consiglia di aumentare la temperatura di 5° ogni giorno fino a portare a 27-28° la temperatura dell’acqua nell’impianto e quella del parquet a 21-22°. La temperatura va mantenuta per almeno dieci giorni, poi l’impianto va raffreddato in modo graduale nel giro di una settimana per eliminare l’umidità dal massetto. A questo punto si può fare acclimatare il parquet per qualche giorno e procedere con la posa, mantenendo l’ambiente a 19-23° con un’umidità compresa tra 45% e 60%.
Schemi di posa
A tolda di nave: Schema detto anche “a correre” o a cassere irregolare. Le liste hanno tutte la stessa larghezza ma le lunghezze possono essere diverse e vengono giuntate di testa senza alcuno schema. Ogni fila è diversa dalle altre.
A cassero regolare: In questo schema le tavolette sono disposte in modo sfalsato con giunto di testa al centro delle file adiacenti.
Fascia e bindello: Nel primo schema una striscia perimetrale incornicia l’area centrale mentre nel secondo le due pose sono differenti e sono separate da una cornice.
A mosaico: In questo schema i listelli hanno una lunghezza che corrisponde a un multiplo del lato corto e sono assemblati di fianco a formare riquadri che in certi casi possono disegnare forme geometriche diverse.
A spina di pesce: Si tratta di uno schema tra i più classici con i listelli, tutti di uguale dimensione, posati in diagonale a file contrapposte. Le teste dei listelli di una fila finiscono contro i fianchi della fila adiacente formando un angolo di 90°. Nella spina dritta i listelli sono paralleli alle pareti mentre in quella diagonale sono a 45° rispetto alle stesse.
A spina di pesce ungherese: Si realizza con listelli che hanno i lati corti bisellati a 45° o a 60° e vengono posati testa contro testa.
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